Ritorna la primavera, si rinnova la ripresa vegetativa. In questo periodo di vivace risveglio e di ritrovato vigore per il tuo giardino, non si può ovviamente prescindere da un aumento della frequenza di taglio. La rasatura del prato va comunque effettuata più a seconda dell’altezza dell’erba che del calendario: va mantenuta alta, senza mai rimuovere più di un terzo della lunghezza fogliare. Se si preserva l’affilatezza delle lame del rasaerba, inoltre, il prato risulterà esteticamente migliore e sarà meno esposto alle infezioni.
Con la stagione della rinascita, importante è anche predisporre un buon piano di irrigazione, per garantire l’umidità necessaria alle radici. Ma quanta acqua serve? E quanto frequentemente? Per rispondere a questi quesiti è necessario valutare tre fattori fondamentali: tipologia di terreno, clima e specie d’erba.
Il terreno argilloso risulta solitamente secco in quanto, nonostante una capacità di immagazzinamento estremamente superiore rispetto a terriccio e sabbia, è molto più lento nell’assorbimento: due centimetri d’acqua possono impiegare anche alcuni giorni per penetrare l’argilla, mentre è sufficiente circa mezz’ora in presenza di terreni sabbiosi. Ne consegue il fatto che, con terreni argillosi, gli irrigatori dovranno essere programmati a una velocità lenta, inferiore alla rapidità di assorbimento; per la sua porosità, la sabbia lascia filtrare agevolmente l’acqua, senza però riuscire opportunamente a trattenerla: occorrono quindi interventi d’irrigazione frequenti. Con il terriccio invece bisogna irrigare fintanto che l’acqua non comincia a fluire nel terreno, per poi interrompersi fino a completo assorbimento, ripetendo tale azione fintantoché non sarà assimilata la quantità di acqua desiderata.
Intuitivamente, zone in cui il clima è più umido necessiteranno tendenzialmente di operazioni di irrigazione meno frequenti rispetto ad aree aride. Ma, sebbene ci siano varietà vegetali adatte a specifici microclimi, il clima è un indicatore insufficiente per stabilire il piano d’irrigazione: specie differenti all’interno della stessa area geografica caratterizzata dalle medesime peculiarità climatiche presentano infatti variegati fabbisogni idrici. Esistono graminacee che sopportano efficacemente la carenza di acqua e altre che patiscono lo stress idrico: in generale, le macroterme hanno maggiore resistenza alla siccità.